Per risalire alle origini del British Shorthair dobbiamo partire dagli antichi Romani. Furono loro a portare dei gatti in Inghilterra, che incrociandosi con i gatti selvatici autoctoni diedero le origini al moderno British Shorthair. Successivamente i primi British furono nuovamente incrociati con dei Persiani, allo scopo di rendere il loro pelo più soffice e la testa più rotonda.
Particolarmente indicato per la vita in appartamento, il British Shorthair non ha problemi nel rimanere solo in casa, non ha stimoli distruttivi e non ha necessariamente bisogno della compagnia di altri animali, anche se ovviamente gradisce convivere con altri British Shorthair o altri gatti dal temperamento simile. È un gatto molto intelligente, e negli ultimi anni è apparso in molti film di Hollywood e spot televisivi.
Non si lascia andare a crisi nevrasteniche e non alza la voce, non graffia e non morde per rabbia o per paura.
Non ama farsi stringere, decide lui quando è l'ora delle coccole. È tuttavia un gatto affettuoso, dolce ed estremamente legato alla famiglia, di cui si sente un componente alla pari.
È più legato ai padroni che alla casa. Si adatta bene ai cambiamenti e ai viaggi. Il cambio di ambiente è anzi un'occasione per esplorare nuovi orizzonti, con la curiosità innata che lo contraddistingue.
Il British è anche molto paziente con i bambini. Ama molto anche il gioco, in particolare quello che gli ricorda la caccia, in cui è molto abile.
I British Shorthair non richiedono molte cure, anche se qualche spazzolatura ogni tanto gli farebbe comodo. Possono essere soggetti all'obesità, soprattutto se sterilizzati o tenuti al chiuso, quindi va curata la loro alimentazione.